lunedì 16 febbraio 2015

Misticismo : in oriente,in occidente e nella concezione taoista


Cosa vuol dire mistica? difficile trovare una risposta a questa domanda, anche perché una volta data risposta verrebbe da chiedersi chi è un mistico? o perlomeno chi può essere considerato tale.

Certamente la concezione di mistica cambia di significato da oriente a occidente.

In comune hanno il concepire la mistica come qualcosa di difficilmente definibile e raccontabile.

Nella maggior parte dei casi in occidente sentiamo parlare di mistica come un qualcosa di concesso, non indotta da volontà propria, non è qualcosa di ottenuto ma di ricevuto, una grazia, un dono, infatti in ambito cristiano spesso si delega  questo potere a Dio o allo spirito santo.
"Una seduta di yoga non potrà insegnare a un cuore a “sentire” la paternità di Dio, né un corso di spiritualità zen lo renderà più libero di amare. Questo potere ce l’ha solo lo Spirito Santo."
                                                                                                                       Papa Francesco

In oriente invece il misticismo è più una ricerca personale,religiosa, uno sforzo intrapreso per raggiungere una meta, come un determinato stato spirituale personale.

In entrambi i casi si possono distinguere tre fasi del misticismo, presenti sia pur con differenti approcci sia in oriente e sia in occidente, e sono:  La fase "purgante", che corrisponde ad una fase di svuotamento di sé stessi, uno svuotamento dai vecchi concetti, del proprio vecchio sé per arrivare alla seconda fase che è quella "illuminativa" che è l'acquisizione di una nuova identità e di nuovi concetti, al punto di avere difficoltà a riconoscere se stessi, l'altra fase mistica  la si può chiamare di tipo "unitivo" in questa fase l'individuo sente il raggiungimento di un unità , uno stato individuale in cui ci si sente intimamente uniti con la realtà che ci circonda, spesso ci si riferisce alla percezione di questa unità globale con il denominativo di "uno", proprio per sottolineare l'unità di questo stato percettivo della realtà, in cui l'individuo è come dissolto come entità personalizzata e diventa una immagine dell'universo.

Gli adepti del taoismo sono sicuramente dei ricercatori mistici, tuttavia il taoismo non sembra affatto rinnegare la possibilità di una mistica spontanea non nata da sforzi individuali o almeno per quanto riguarda  un principio di misticismo.
Infatti il taoismo prevede una vera e propria pratica per la ricerca mistica che coinvolge l'intero corpo che viene visto come un microcosmo fatto a immagine e somiglianza del macrocosmo e si cerca con la pratica di armonizzare il proprio microcosmo con il macrocosmo, e questo lo si può fare con esercizi che coinvolgono il corpo di stile YANGSHENG (nutrire e proteggere la vita),tecniche di visualizzazione e altri metodi, ma il taoismo prevede anche un ricerca mistica dove la pratica fisica vera e propria non è richiesta, ma si tratta più di una ricerca intellettuale che viene aiutata dalla pratica della tipica meditazione taoista ZHOUWANG (sedersi e dimenticare), entrambi questi due metodi di affrontare la ricerca mistica propria di ogni taoista , a differenza del passato oggigiorno sembrano uniti in una sola pratica sfociata nel NEIDAN (alchimia interiore taoista) .

La mia modestissima opinione è che mistico è chi ha un approccio alla propria ricerca spirituale empirica, si tratta di una ricerca di conoscenza più che di fede, che può solo essere mossa  da una profonda sete spirituale che spinge l'individuo alla ricerca di sé stesso e della verità ultima e credo che lo sforzo nella ricerca sia necessario e inevitabile , ma quella sete di conoscenza può forse essere mossa da cause non sempre legate alla nostra volontà.



3 commenti:

  1. Sono interessanti le tue spiegazioni sul misticismo, chiaramente si tratta di approfondire, quanto oggi, in questo mondo invaso e invasato di spregiudicato materialismo fine a se stesso, rimane dell'impostazione che nei scoli è stata data e si continua a dare del taoismo dell'inizio. E quanto di quel pensiero oggi, in occidente, sia rimasto intatto; viste le tantissime interpretazioni dei vari addetti ai lavori.
    Per tornare al misticismo sono interessato al discorso di Francesco e di come interpreta la prassi francescana.
    Concludo col dire la mia opinione: Ho scoperto che può essere percorribile la via della non azione e della spontaneità, per far emergere e sviluppare...il proprio Tao. Buona settimana.

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    1. Il Taoismo è bello anche perché vario, spesso anche i pensieri di grandi maestri sono differenti l'uno dall'altro , ma ognuno ha il suo percorso e forse difficile da capire per noi occidentali ma è così.
      Tuttavia oggi sembrano esserci fin troppi presunti maestri e poche persone disposte ad essere allievi, categoria alla quale appartengo.

      Ha ragione il wu wei e la spontaneità (Ziran) sono irrinunciabili per la pratica taoista.

      Grazie

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    2. Osho, che da molti viene indicato come maestro spirituale del ventesimo secolo ( e altro...), in un suo scritto si concentra sul ruolo del maestro, che però indica come colui che ti accompagnia sino alla soglia. Personalmente interpreto come l'ingresso nella Via; naturalmente attraverso lo studio dei testi e del loro tempo...) Sostiene che se si vuole andare oltre, bisogna che si cammini con le proprie gambe (esperienza e scelte); e senza incorrere in presunzioni nè sufficienza.

      Ciao e buon lavoro e/o studio.

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