domenica 17 aprile 2016

Il taoista e l'essenzialità della sua ricerca.

Spesso molte persone parlano di taoismo, basta guardare internet, è subito è possibile notare sui social network quante persone se pur spesso superficialmente affrontano aspetti riguardanti questa religione, e quanti blog e siti sono del tutto o parzialmente dedicati a questo argomento.
Vorrei trattare qui, non del taoismo, ma bensì dei taoisti o meglio ancora del taoista, vorrei dare (trovare) una risposta quanto più possibile definitiva e quindi di conseguenza necessariamente essenziale, alla domanda chi è un taoista?

La mia personale risposta è che un taoista è colui che conserva le proprie più profonde radici, ne sente la costante presenza,  vive quotidianamente con la consapevolezza di essere sempre legato alle radici  più profonde, quelle  tanto profonde e lontane da sembrare inconoscibili. Costantemente collegato ad esse il taoista può studiare, indagare,  cercare, approfondire ciò che viene dopo, ma ogni cosa che fa,  la fa sentendo ben forte il legame con le più antiche origini, quelle che sono comuni a tutti gli esseri, allora esso può partire per il suo viaggio di ritorno. 
A guardare il taoismo vediamo tantissime pratiche legate ai movimenti del corpo, tantissime tecniche di meditazione, tanti e complicatissimi rituali, migliaia di divinità per ogni parte del corpo, per le varie situazioni che si vivono nella vita, per ogni luogo, per ogni casa e per ogni stanza di ogni casa, poi ci sono le arti marziali, l'alchimia esterna ed interna, la scrittura rituale, i talismani, le incantazioni ecc ecc...
In mezzo a tutte queste tante componenti sembra perdersi, per approfondire ognuno di esse puoi perdere il contatto con ciò che è l'essenza del taoismo, ma il vero taoista può affrontare ogni disciplina taoista con il costante "sentire" le proprie origini e tali pratiche non devono esser altro che una possibilità di conformarsi pienamente a gli antichi principi cosmologici e cosmogonici comuni a tutti gli esseri, d'altronde nella vita quotidiana di ognuno sono fin troppe le distrazioni che ci fanno perdere il contatto con ciò che per l'uomo è il divino; passioni, desideri, potere, soldi, malattie, morti, vite, colori, odori, sapori, suoni e tante altre cose, ma è proprio in questa difficile realtà che il buon taoista si deve distinguere, non perdendo mai il contatto con ciò che c'è di più antico e comune a tutti, le nostre radici.


"Guarda le piante e gli alberi; le loro floride foglie, quando cadono nel tardo autunno, ritornano alle radici, è come una "legge" spontanea.
Ritornando alle radici, esse non muoiono ma si rigenereranno in primavera. Da questo principio noi possiamo vedere che la rigenerazione eterna è la Via della natura, mentre tornare alle proprie radici è l'intrinseca "legge" degli esseri.
Chi conosce la "legge" intrinseca e non viola la Via è una persona Vera."

                       (Antologia sulla coltivazione della realizzazione)

Quali sono queste radici  a cui ogni uomo deve tornare?...