I
A Il principio che può essere enunciato non è quello che fu da sempre. L'essere che può essere nominato non è quello che fu da ogni tempo. Innanzi che i tempi fossero, fu un essere ineffabile, non esprimibile.
B Ancora non nominabile, esso concepì il cielo e la terra. Divenuto con ciò nomina-bile, [esso] fece nascere tutti gli esseri.
C I due atti sono uno solo, sotto due denominazioni differenti. L'atto generatore unico è il mistero dell'origine. Mistero dei misteri. Porta attraverso la quale sono emerse sulla scena dell'universo [manifestato] tutte le meraviglie che lo popolano.
D La conoscenza che l'uomo ha del Principio universale dipende dallo stato del suo spirito. Lo spirito costantemente libero dalle passioni conosce l'essenza misteriosa del Principio. Lo spirito costantemente preda delle passioni non conoscerà se non i suoi ef-fetti.
Sintesi dei commentari
Innanzi i tempi, e a partire da ogni tempo, [vi] fu un essere esistente di per se stesso, eterno, infinito, completo e onnipresente. Impossibile è il nominarlo, il parlarne; perché i termini umani si applicano soltanto agli esseri sensibili. Ora, l'essere primordiale fu in principio, e ancora è essenzialmente, non sensibile [nel senso di «non percepibile dai sensi», non afferrabile da facoltà individuali]. Fuori di quest'essere, avanti l'origine, non ci fu nulla. Esso è chiamato u, «nulla di forma», huan, «mistero», ovvero tao, «princi-pio». È detto sien-t'ien, «avanti il cielo», lo stato in cui non c'era ancora nessun essere sensibile; in cui, sola, esisteva l'essenza del principio. Tale essenza aveva due proprietà immanenti, lo yin, concentrazione, e lo yang, espansione, le quali furono un giorno [espressione da intendersi simbolicamente], rese esteriori nelle forme sensibili di cielo (yang) e terra (yin). Questo «giorno» fu l'inizio dei tempi. Da questo giorno il Principio poté essere nominato con il termine duplice di «cielo-terra». Il binomio cielo-terra emise tutti gli esseri sensibili esistenti. Sono detti yu, «essere sensibile», tale binomio (il quale è produttivo per mezzo di te, la «virtù» del Principio) e tutti i suoi prodotti, che popolano il mondo.
Si chiamano heù-t'ien, [ciò che viene] «dopo il cielo», i tempi posteriori all'esterio-rizzazione del [binomio] cielo-terra. Lo stato yin, di concentrazione e riposo, di non per-cettibilità, il quale fu quello del Principio avanti il tempo, è il suo stato proprio. Lo stato yang, di espansione e di attività, di manifestazione negli esseri sensibili, è il suo stato nel tempo, in qualche modo improprio [caratterizzato, cioè, da un aspetto di illusorietà]. A questi due stati del Principio corrispondono, nella facoltà di conoscere dell'uomo, il ri-poso e l'attività, in altre parole il vuoto e il pieno. Quando lo spirito umano produce idee, è affollato di immagini, è agitato da passioni, esso non è allora predisposto che a cono-scere gli effetti del Principio, [ossia] gli esseri sensibili distinti [individualizzati]. Quando lo spirito umano, totalmente stabile [concentrato in se stesso], è completamente vuoto e calmo, esso è uno specchio puro e nitido, in grado di riflettere l'essenza ineffabile e ine-sprimibile dello stesso Principio. —