martedì 19 luglio 2011

Meister Eckhart tra divinità e Tao.

Pensieri di Meister Eckhart

 Il tempio in cui Dio vuole regnare da signore secondo la sua volontà è l’anima umana, che egli ha fatto perfettamente simile a sé. Perciò Dio vuole che questo tempio sia vuoto, perché all’interno non vi sia che lui solo.
 Dio è un permanere nella purezza della propria essenza, NELLA QUALE NON VI SONO ATTRIBUTI. Deve andarsene tutto ciò che è contingente. Egli è un puro dimorare in se stesso, dove non c’è il questo e il quello: infatti quel che è in Dio è Dio.
 Tutte le creature sono un puro nulla. Non dico che valgono poco o che siano qualcosa: sono un puro nulla. Quel che non ha essere, è nulla. Le creature non hanno essere, perché il loro essere dipende dalla presenza di Dio: se Dio si allontanasse un istante, le creature sarebbero annientate.
Chi pensa di ricevere Dio nella interiorità, nella devozione, in un dolce rapimento o in una grazia particolare più che presso il focolare o nella stalla, non fa altro che prendere Dio, avvolgergli un mantello intorno al capo e cacciarlo sotto una panca. Perché chi cerca Dio secondo un modo, prende il modo e perde Dio, che nel modo è nascosto. Ma chi cerca Dio senza modo, lo prende come è in se stesso; vive nel Figlio ed è la vita stessa.
 Se si interrogasse per mille anni la vita, chiedendole perché vive, ed essa potesse rispondere, non direbbe altro che: ” Io vivo perché vivo” . Questo perché la vita vive dal suo fondo proprio, e fluisce dal suo essere proprio; perciò vive senza perché, poiché vive per se stessa.
Se si domandasse a un uomo vero, che opera dal suo fondo proprio, perché compie le sue opere, questi, per rispondere giustamente, non direbbe altro che: ” Io opero perché opero [quindi: senza farsene concetti, Nota mia ] ” .
 Rendono davvero onore a Dio e gli danno quel che gli spetta quelli che sono del tutto usciti da se stessi, che non cercano assolutamente niente di proprio in nessuna cosa, grande o piccola; quelli che non considerano niente, né al di sopra né al di sotto di loro, né accanto né in se stessi; che non fanno conto di bene od onore, di soddisfazione o di gioia, di utile o di interiorità, di santità o premio, e neppure di regno dei cieli.
 Alcuni maestri rozzi dicono che Dio è puro essere, ma egli è al di sopra dell’essere quanto il sommo angelo è al di sopra di un moscerino. Chiamare Dio essere è falso quanto dire che il sole pallido è nero.
 Fintanto che l’uomo ha tempo, spazio, numero, molteplicità [cioè concetti, nota mia] non è come deve essere e Dio gli è lontano ed estraneo. Perciò Nostro Signore dice: ” Chi vuole divenire mio discepolo, deve abbandonare se stessi (Lc 9, 23) .
 Alcuni guardano a Dio con gli stessi occhi con cui guardano a una vacca, e come una vacca lo amano. Si ama la vacca per il latte, per il formaggio, per l’utilità insomma. Lo stesso fanno coloro che amano Dio per la ricchezza esteriore o per la consolazione interiore: essi non amano davvero Dio, ma il proprio utile.
 Tutte le creature portano con sé la negazione: l’una nega di essere l’altra. DIO INVECE HA UNA NEGAZIONE DELLA NEGAZIONE: egli è Uno e nega ogni alterità, giacché niente è al di fuori di Dio.
 Dio è uno, è negazione della negazione.
 Se sei malato e preghi per la tua salute, essa ti è più cara di Dio. Allora egli non è il tuo Dio: è il Dio dei cieli e della terra, ma non è il tuo Dio .
 Dio e la Divinità sono distanti l’uno dall’altra come il cielo lo è dalla terra. Dico di più: l’uomo interiore e l’uomo esteriore sono separati l’uno dall’altro come il cielo dalla terra. Ma Dio infinitamente di più: Dio diviene e disviene .
Perché le creature parlano di Dio e non della Divinità? Perché quello che è nella Divinità è uno, e di ciò non si può parlare. DIO OPERA, LA DIVINITA’ NON OPERA; NON HA NULLA DA OPERARE, NON VI E’ IN ESSA OPERA ALCUNA, NE’ MAI HA AVUTO DI MIRA UN’OPERA. Dio e la Divinità sono separati dall’operare e dal non operare.
 Nostro Signore dice: ” A chi rinuncia a qualcosa per amore mio e per amore del mio nome, io restituirò il centuplo e la vita eterna” (Mt 19, 29) . Ma se rinunci a qualcosa per il centuplo o per la vita eterna, e anche per una ricompensa mille volte più grande, non ti sei distaccato da nulla…
 L’ UOMO DISTACCATO DA SE STESSO E’ COSI’ PURO CHE IL MONDO NON PUO’ SOPPORTARLO


Pensiero di Jean Campbell Cooper su Meister Eckhart
Al pari del taoismo, anche Eckhart sottolinea la trascendenza e l'immanenza insieme dell'Assoluto, che egli chiamava la Divinità per distinguerlo dal Dio trino del cristianesimo e che può essere paragonato al Tao, poiché l'Essere di Eckhart (wesen) è privo di personalità e di elementi caratterizzanti; si tratta dell'Ignoto, assolutamente trascendente, che, con un termine negativo, viene detto il Silenzio.