mercoledì 15 febbraio 2012

Jodorowsky: 10 comandamenti di Gurdjieff

1. Fissate la vostra attenzione su voi stessi, sii cosciente di quello che in questo momento stai pensando,facendo,desiderando,sentendo e facendo
2. Completa ciò che hai iniziato.
3. Fai quello che stai facendo nel miglior modo possibile
4. Non incatenarti a tutto ciò che alla fine si distrugge.
5. Sviluppate la vostra generosità senza testimoni.
6. Trattare ogni persona come un parente

7. Ordina quello che hai incasinato.
8. Impara a ricevere e apprezzare ogni dono.
9. Smettila di autodefinirti.
10. Non mentire o rubare, se no menti 
rubi a te stesso.
11. Aiuta il tuo vicino di casa senza renderlo dipendente.
12. Non desiderare di essere imitato.
13. Fai piani di lavoro e completali.
14. Non occupare  troppo spazio.
15. Non fare rumori o gesti inutili .
16. Se non hai la fede, non imitare la fede.
17. Non farti impressionare da personalità forti
18. Non apropiarti di niente e di nessuno.
19. Spartisci equamente.
20. Non sedurre.




Ho solo tradotto un testo trovato qui http://planocreativo.wordpress.com/ e ho cercato di tradurlo dalla lingua spagnola a quella italiana come meglio ho potuto.

venerdì 10 febbraio 2012

Lieh-tzu



Negli scritti di Hoang-ti è detto: la sostanza che si proietta [all'esterno] non produce una nuova sostanza, ma un'ombra; il suono che risuona non produce un suono nuovo, ma un'eco; quando il nulla di forma si scuote, non produce un nuovo nulla, ma l'essere sensibile. Ogni sostanza vedrà la sua fine. Essendo il cielo e la terra delle sostanze, essi finiranno, come finirò io; se si può, ad ogni buon conto, chiamare fine ciò che è soltanto un cambiamento di stato. Giacché il Principio, dal quale tutto ha origine, non avrà mai fine, poiché non ha avuto inizio e non è soggetto alle leggi della durata. Gli esseri passano successivamente attraverso stati di essere vivente e di essere non-vivente, di essere materiale e di essere non-materiale. Lo stato di non-vita non è prodotto dalla non-vita, ma segue lo stato di vita (come la sua ombra; si veda sopra). Lo stato di non-materialità non è pro-dotto dall'immaterialità, ma fa seguito allo stato di materialità (come la sua eco; si veda
sopra). Quest'alternanza successiva è fatale, inevitabile. Ogni vivente cesserà fatalmente e necessariamente di vivere, e cesserà poi necessariamente di essere non-vivente, e tornerà necessariamente alla vita. Perciò, voler far durare la propria vita e sfuggire alla morte, è volere l'impossibile.
Nel composto umano, lo spirito vitale è l'apporto del cielo, il corpo è il contributo della terra. L'uomo incomincia con l'aggregazione del suo spirito vitale con i grossolani elementi terrestri e finisce con l'unione dello stesso spirito con i puri elementi celesti. Quando lo spirito vitale abbandona la materia, ciascuno dei due componenti ritorna alla propria origine. Da questo discende che i morti (coei) sono chiamati (coei) [ritornati]. In effetti essi sono ritornati alla loro dimora propria (il cosmo).
Hoang-ti ha detto:
«Lo spirito vitale rientra dalla propria porta nel Principio; il corpo ritorna alla pro-pria origine (la sostanza), ed è la fine dell'individualità».