1. Fissate la vostra attenzione su voi stessi, sii cosciente di quello che in questo momento stai pensando,facendo,desiderando,sentendo e facendo
2. Completa ciò che hai iniziato.
3. Fai quello che stai facendo nel miglior modo possibile
4. Non incatenarti a tutto ciò che alla fine si distrugge.
5. Sviluppate la vostra generosità senza testimoni.
6. Trattare ogni persona come un parente
7. Ordina quello che hai incasinato.
8. Impara a ricevere e apprezzare ogni dono.
9. Smettila di autodefinirti.
10. Non mentire o rubare, se no menti e
rubi a te stesso.
11. Aiuta il tuo vicino di casa senza renderlo dipendente.
12. Non desiderare di essere imitato.
13. Fai piani di lavoro e completali.
14. Non occupare troppo spazio.
15. Non fare rumori o gesti inutili .
16. Se non hai la fede, non imitare la fede.
17. Non farti impressionare da personalità forti
18. Non apropiarti di niente e di nessuno.
19. Spartisci equamente.
20. Non sedurre.
Ho solo tradotto un testo trovato qui http://planocreativo.wordpress.com/ e ho cercato di tradurlo dalla lingua spagnola a quella italiana come meglio ho potuto.
mercoledì 15 febbraio 2012
venerdì 10 febbraio 2012
Lieh-tzu
Negli
scritti di Hoang-ti è detto: la sostanza che si proietta
[all'esterno] non produce una nuova sostanza, ma un'ombra; il suono
che risuona non produce un suono nuovo, ma un'eco; quando il nulla di
forma si scuote, non produce un nuovo nulla, ma l'essere sensibile.
Ogni sostanza vedrà la sua fine. Essendo il cielo e la terra delle
sostanze, essi finiranno, come finirò io; se si può, ad ogni buon
conto, chiamare fine ciò che è soltanto un cambiamento di stato.
Giacché il Principio, dal quale tutto ha origine, non avrà mai
fine, poiché non ha avuto inizio e non è soggetto alle leggi della
durata. Gli esseri passano successivamente attraverso stati di essere
vivente e di essere non-vivente, di essere materiale e di essere
non-materiale. Lo stato di non-vita non è prodotto dalla non-vita,
ma segue lo stato di vita (come la sua ombra; si veda sopra). Lo
stato di non-materialità non è pro-dotto dall'immaterialità, ma fa
seguito allo stato di materialità (come la sua eco; si veda
sopra).
Quest'alternanza successiva è fatale, inevitabile. Ogni vivente
cesserà fatalmente e necessariamente di vivere, e cesserà poi
necessariamente di essere non-vivente, e tornerà necessariamente
alla vita. Perciò, voler far durare la propria vita e sfuggire alla
morte, è volere l'impossibile.
Nel
composto umano, lo spirito vitale è l'apporto del cielo, il corpo è
il contributo della terra. L'uomo incomincia con l'aggregazione del
suo spirito vitale con i grossolani elementi terrestri e finisce con
l'unione dello stesso spirito con i puri elementi celesti. Quando lo
spirito vitale abbandona la materia, ciascuno dei due componenti
ritorna alla propria origine. Da questo discende che i morti (coei)
sono chiamati (coei)
[ritornati]. In effetti essi sono ritornati alla loro dimora propria
(il cosmo).
Hoang-ti
ha detto:
«Lo
spirito vitale rientra dalla propria porta nel Principio; il corpo
ritorna alla pro-pria origine (la sostanza), ed è la fine
dell'individualità».
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